PersoneSostenibilità

Supporto di rete per il benessere dei dipendenti

by Antonio Sansone Segretario Generale della Fondazione Don Mario Operti
22 maggio 2024
7 min
22 maggio 2024
7 min

Supporto di rete per il benessere dei dipendenti

Sono Antonio Sansone, Segretario Generale della Fondazione Don Mario Operti che è una Onlus emanazione della Diocesi di Torino.

L'indebitamento come condizione diffusa

L'indebitamento è una situazione molto diffusa tra le persone, naturalmente tra le persone che si possono indebitare. Diciamo che ci sono due categorie di persone che si possono indebitare e in ambedue le categorie una delle condizioni è avere un reddito. 

  • La categoria che noi osserviamo quotidianamente, ormai da vent'anni come come Fondazione Operti, perché abbiamo un canale che si occupa di microcredito e di educazione finanziaria è l'indebitamento delle persone che non sono bancabili, cioè delle persone che non hanno le condizioni sufficienti per poter accedere naturalmente al canale del credito bancario. Il microcredito registra sovente situazioni pesanti di indebitamento perché, soprattutto per effetto - più di recente - dell'introduzione delle carte di debito e di diversi sistemi di pagamento elettronici, non c'è una capacità chiara e diffusa di controllo dei livelli di indebitamento che si maturano.

  • L'altra parte dell'indebitamento è l'indebitamento dei lavoratori dipendenti, cioè quelli che hanno un rapporto di lavoro regolare e quindi hanno titolo a poter chiedere la cosiddetta cessione del quinto. Oppure hanno nei loro confronti disposizioni giudiziarie, precetti giudiziari che gli trattengono quote di retribuzione dalla busta paga.

L'osservatorio che abbiamo noi è un osservatorio che ci dice che questo è un indebitamento molto elevato, che è un indebitamento che può riguardare due terzi delle aziende, o meglio due terzi delle aziende hanno almeno un dipendente che ha una cessione del quinto ed è un indebitamento che ha diverse caratteristiche. Ci si può indebitare perché si ha una malattia, ci si può indebitare perché nella famiglia c'è una persona con disabilità o un anziano che va sottoposto a cura o ad assistenza. In molti casi, apro una parentesi, il costo di un assistente familiare prosciuga tutto lo stipendio della persona che ha il familiare che ne ha bisogno. Ci si può indebitare per il fenomeno delle ludopatie, per lo shopping compulsivo, ci si può indebitare anche per le separazioni che, come dire, fanno venir meno la condivisione delle risorse finanziarie e in alcuni casi mettono significativamente in difficoltà le persone. 

Rispetto a tutte queste forme di indebitamento, una platea naturale in cui si osservano e in qualche modo vengono affrontate è quella delle aziende. In molti casi, le aziende guardano con preoccupazione queste forme di indebitamento perché l'indebitamento è indice di malessere finanziario e il malessere finanziario è una condizione che inevitabilmente si riflette anche sulla prestazione di lavoro.

L’osservatorio Vite a Debito

Allora, a partire dal quadro delineato, che è il quadro che, come dicevo, serviamo quotidianamente come Fondazione Operti per il fatto di occuparci di educazione finanziaria e di microcredito, abbiamo avuto l'interesse a indagare in modo un po' più attento questa dimensione. Lo abbiamo fatto attraverso una ricerca [Vite a Debito] che ha coinvolto un campione di 50 aziende per una platea complessiva di circa 18.000 lavoratori dipendenti e che abbiamo fatto in partnership tra l'altro con AIDP che è l'Associazione italiana della Direzione del Personale.

Quindi direzione del personale e uffici amministrativi che in genere sono il primo presidio a cui affluiscono queste situazioni di difficoltà che fanno maturare l'indebitamento. La ricerca è stata per alcuni aspetti sorprendente, perché la diffusione della quantità di indebitamento è veramente significativa.

La quota mensile di cessione del quinto o di vari precetti che gravano sulla busta paga arriva mediamente a 250 - 300 euro al mese, ma ahimè ci sono situazioni in cui i lavoratori hanno già speso quello che guadagneranno nell'anno successivo. Quindi in parte siamo a situazioni di indebitamento preoccupante ma sta dentro canali ordinari, in altre siamo in situazioni che sono chiaramente situazioni di sovraindebitamento

Dopo questa prima analisi di tipo quantitativo, abbiamo sviluppato insieme agli HR manager e a una serie di altri stakeholder che si occupano di questi temi, che sono fondamentalmente Fondazioni che si occupano di sovraindebitamento o che si occupano di usura, abbiamo avviato un confronto tra soggetti che stanno nello stesso campo ma non naturalmente si parlano nel senso che sia le associazioni che si occupano di sovraindebitamento sia le aziende hanno come focus le persone indebitate ma uno degli elementi che è venuto fuori è un po' di solitudine delle imprese nell'affrontare queste situazioni.

Mancata consapevolezza, una mancata informazione sulla mappa di stakeholder che possono intervenire a sostegno delle imprese in situazioni di questo tipo. Quindi un primo elemento che è venuto fuori è l'importanza di stare dentro una rete. Il secondo elemento che è venuto fuori è il tema dell'educazione finanziaria.

L'educazione finanziaria è uno strumento abilitante nella costruzione del benessere della persona.

Classicamente, si dà per scontato che ognuno di noi che ha un reddito sappia amministrarlo in modo ordinario.

In realtà l'educazione finanziaria è un vero strumento abilitante nella costruzione del benessere della persona e quindi del benessere finanziario.

L'assenza di educazione finanziaria fa sì che ci si infili in situazioni di indebitamento volontario e involontario che condizionano pesantemente poi l'esistenza delle persone.

Inclusione finanziaria e benessere dei dipendenti

L'ultima osservazione è che bisogna guardare la medaglia da tutti e due i lati, perché il rovescio della medaglia dell'indebitamento è l'assenza di inclusione finanziaria per le persone più fragili.

Per quelli che sono, come dire, sul filo del rasoio ogni mese con lo stipendio che guadagnano e per i quali basta un imprevisto per entrare in una situazione di difficoltà che quasi fisiologicamente porta all'indebitamento. Allora, occuparsi dell'inclusione finanziaria è occuparsi di una parte dell'inclusione sociale, farlo dal versante delle aziende è un ingrediente in più per occuparsi del benessere dei gruppi dipendenti.

Nel prosieguo del percorso fatto con "Vite a debito", lo sbocco naturale è stato chiedersi, una volta osservato il tema e analizzate le ragioni per cui si genera, una volta capito che la rete è una chiave per affrontare il problema, c'è un'altra dimensione più precisamente di carattere aziendale che può essere agita rispetto a queste situazioni?

La risposta che ci siamo dati, anzi che ci stiamo dando, è una riflessione su come il welfare aziendale può essere strumento utile per affrontare queste situazioni. Il welfare aziendale che ha in qualche modo sistematico soprattutto dal punto di vista fiscale, comportamenti che da parte di singoli imprenditori o anche di singole aziende erano e sono stati in parte storia dell'economia di questo paese ci sono aziende che si sono occupate delle case dei dipendenti, degli asili dei dipendenti delle colonie che avevano un sistema di protezione sociale e di mutua aziendale.

In una sorta di ritorno al futuro il welfare aziendale ha recuperato e strutturato questa dimensione di interventi. La prima osservazione che ci siamo fatti nel confronto con le aziende è stata che bisogna che le parole vengano utilizzate per il significato che hanno. Se si parla di welfare aziendale non si può confonderlo con i buoni benzina.

Perché se lo si confonde con i buoni benzina si sta cercando una scorciatoia al cuneo fiscale che pur è un problema ma non è il welfare lo strumento per affrontare questo problema perché si tratta di un "benessere passeggero", che rischia di non andare alla radice del problema. Il primo elemento costitutivo è quello di promuovere in azienda piani di educazione finanziaria.

Azioni concrete a supporto delle aziende e dei propri dipendenti

La prima azione che stiamo per intraprendere è un piano di educazione finanziaria che abbiamo riservato a osservatori privilegiati, quelli di cui parlavo prima, i responsabili del personale, quelli amministrativi, diciamo la front line che quotidianamente si trova ad avere a che fare con le persone, che vorrebbe aiutarle e che vive in alcuni casi la frustrazione di non riuscire a farlo. 

Allora, una prima dimensione è avere operatori avvertiti, che quindi sappiano come muoversi dal punto di vista delle reti da attivare. 

Una seconda dimensione è qualificare il welfare, cioè stabilire per esempio che dei voucher per l'assistenza familiare sono più importanti che i buoni benzina: come dire che hanno una monetizzazione analoga ma hanno un significato diverso. Hanno un significato che è quello di costruire comunità aziendale inserendo dentro questa comunità le persone che lavorano con i loro affetti, con i loro legami e quindi occuparsi anche di questi temi qui. 

Il terzo elemento è capire se alla fine l'accesso al credito è necessario, verificare se e come dentro la rete ci può essere un accesso al credito più avvertito e più sostenibile, per esempio attraverso il microcredito. Il fondo di cui ci occupiamo noi e di cui siamo promotori, è un fondo che ha come obiettivo quello di consentire di superare problemi o di realizzare progetti, farlo attraverso piccoli prestiti, consentire una restituzione con rate sostenibili, evitare un'esposizione eccessiva all'indebitamento. 

Quando un'azienda si trova di fronte a questo deve sapere che ci sono impianti normativi e soggetti della rete che possono darle una mano ad affrontare. In particolare, la Legge 3/2012 - Composizione delle crisi da sovraindebitamento consente una sorta di ristrutturazione del debito, come farebbe un'azienda quando viene fatto lo stato passivo e la ricognizione dei debiti e dei crediti e che consente di rimettere in pista la persona con una restituzione di debito che sia sostenibile. 

Quando invece la situazione supera la zona bianca e va verso la zona grigia bisogna sapere che ci sono le Fondazioni antiusura e bisogna anche sapere che in quel caso il sostegno dell'azienda nei confronti di una persona che denuncia di essere vittima di usura è un elemento importante anche nel rapporto con la magistratura che si occupa di questi temi.

L'accesso al microcredito che ha per parte nostra anche una linea che si rivolge alle piccole imprese e usa il termine credito prima ancora che in una dimensione finanziaria, in una dimensione di rapporto interpersonale, cioè ti presto 5.000 -10.000 euro, perché per me non è importante il tuo passato, ma il tuo futuro e quindi apro nei tuoi confronti una linea di credito che è una linea di credito prima ancora che finanziaria relazionale. Questo penso sia importante anche nel rapporto tra azienda e collaboratore.

Perché consente di risalire una china negativa, in cui la persona che si indebita inevitabilmente finisce in una china di stigma sociale, una china di prostrazione personale. Poter invertire la rotta avendo innanzitutto l'imprenditore presso cui lavori che si fida di te e riapre nei tuoi confronti una linea di credito relazionale è molta parte della ricostruzione del benessere della persona.

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