Ci sono così tante strade nella vita che a volte ce ne dimentichiamo, assorti a percorrere quella in cui ci troviamo. Ma a volte capita di fermarsi e guardarsi indietro, e meravigliarsi nel vedere che il percorso intrapreso è uscito dai bordi che avevamo disegnato. Un cammino fatto di incroci e mete inaspettate. A volte frutto di una precisa scelta, all’inseguimento di un obiettivo. Divagazioni. Strade immaginate, ma non immaginarie. Perché quelle strade esistono davvero.
Le avrete viste centinaia di volte. Gli urbanisti le chiamano “desire path” o “desire line”, e non sono altro che sentieri spontanei, passaggi sterrati in mezzo ai prati, nati per accorciare il percorso o per raggiungere mete desiderate, appunto.

Non si tratta di strade facili necessariamente. Ma rispecchiano il volere di chi le percorre, opponendosi “al disegno imposto dalla pianificazione”. Forse per questo sono l’incubo di chi le progetta. L’usabilità contro l’estetica. Funzionalità pratica, prima che teorica. Nulla di tecnico però. Una scelta che nasce dall’autodeterminazione.
O almeno, così l’hanno giustificata i maturandi finiti nell’onda mediatica per aver fatto scena muta all’esame orale di maturità, avendo la promozione in tasca matematicamente. Il nostro giudizio non conta, ma la domanda è lecita: la maturità è la meta o il viaggio?
Non è forse lo stesso al lavoro, in azienda? Per uscire dal flusso del “tanto non cambia mai niente”, voltarsi ad osservare la strada fatta può darci una nuova prospettiva di dove stiamo andando e dei cambiamenti in atto. E magari scoprire che non siamo poi così fermi. Che la voglia di viaggiare e andare lontano ce l’hanno anche gli altri. Che “il treno dei desideri” si sta muovendo, e sta a noi decidere se andare dritti o se “all'incontrario va”.
Sotto il segno del tridente
Il cambiamento in azienda si manifesta in tante forme. Un progetto sfidante, un cambio dei processi, colleghe e colleghi nuovi, persino una nuova pianta in ufficio (benvenuta alla nostra “Tina”)! Per Nettuno invece, l’occasione è stata la celebrazione del suo 55° anniversario. Un’azienda di Castelli Calepio (BG) – che ci sembra conoscere da sempre – specializzata nella produzione di lavamani professionali, prodotti per superfici e PMC.
Abbiamo supportato la Direzione nel mettersi in gioco in prima persona e realizzare un family day in cui celebrare l’anniversario, invitando collaboratori e famiglie – circa 140 persone – a scoprire la propria azienda da un punto di vista inedito. Percorsi guidati dal desiderio di condividere un messaggio di cura – per le mani, per le persone, per l’azienda.
Partenza con un tour aziendale in 6 tappe tra magazzino, produzione, laboratorio e uffici, con un allestimento di totem, quiz, attività per bambini e contributi video. Fondamentale l’allineamento con i referenti interni, su una scaletta di argomenti condivisa, per regolare tempi e interazione con i gruppi di visita, in partenza ogni 5 minuti. Un racconto degli spazi e delle attività unito al valore di innovazione e sostenibilità aziendale. L’occasione è servita a presentare internamente il loro primo Bilancio di Sostenibilità – che abbiamo terminato di impaginare solo pochi giorni prima! – per trasmettere l’impegno concreto di una azienda virtuosa sul territorio e attenta alle persone. E, naturalmente, una nota finale dedicata alle origini.
“Quando fai la storia, non sai di fare la storia” ha detto l’AD Marina Fratus, in un commovente racconto tra curiosi aneddoti e sacrifici del padre fondatore nel creare un’azienda partendo dal garage, insieme alla sua famiglia. Poche foto storiche, ma dal valore immenso, per trasmettere il senso profondo dell’azienda alle persone che oggi la rappresentano e ne fanno parte.

E naturalmente, la festa! La sorpresa di vedere trasformato il retro dell’azienda… in un luna park vintage! Tiro al barattolo, specchi deformanti, bowling e pesca delle paperelle, circondati da una scenografia di grande impatto – per chillare, come si dice oggi – e le golose proposte dei foodtruck. Ogni aspetto curato nel dettaglio per intrattenere, oltre ai piccoli ospiti, anche i più grandi. Senza dimenticare il regalino finale… Al completamento di tutte le tappe di gioco, timbrate su una mappa-badge, una dolce sorpresa ispirata ad un loro iconico prodotto!
Quello che ci portiamo a casa è l’energia di una bella azienda, i sorrisi dei presenti e le belle parole ricevute il giorno dopo. “Ci sono cose che nessuna fattura e nessun bonifico potranno mai pagare… ottimi organizzatori, capaci accompagnatori, pazienti interlocutori, a tratti competenti psicologi ed infine preziosi angeli custodi… pensa che mentre a pochi chilometri a nord, est e ovest infuriava il temporale, loro hanno saputo tenere a freno le nubi fuori dal perimetro di Castelli Calepio!” – Sotto il segno del tridente di Nettuno, abbiamo tenuto a bada anche l’acqua!

Back to basic
E a proposito di sfide, quando il gioco si fa duro… a volte il gioco si rompe. È il caso delle gare “creative”. Dai percorsi di rebranding alla pianificazione strategica, dai percorsi inaspettati in azienda fino ai percorsi di sostenibilità… Le vie della comunicazione sono infinite. A volte però partono da una gara. E quasi sempre, di “desire path” hanno davvero poco. È una questione che riguarda tante società e agenzie che come noi si occupano di comunicazione. A differenza delle gare d’appalto – nell’ambito delle costruzioni, dei system provider, della GDO – la gara di comunicazione prevede una proposta di creatività e strategia comunicativa, che implica già una parte di lavoro, la più importante. Si tratta di creare il concept, l’idea. Un investimento, ovviamente, ripagato solo in caso di vittoria.
Nell’ultimo anno in MULTI ne abbiamo affrontate tante di gare, grandi e piccole, mossi dalla voglia di metterci in gioco, dalle opportunità di collaborazione, dal mercato strategico, dal valore aggiunto per la nostra reputazione. Quasi sempre, in sfida con noi stessi, prima che coi competitor.
Abbiamo fatto retrospettiva. Alcune vinte, altre perse, molte… non si sa. Il bilancio è falsato. Riscontriamo una grande confusione generalizzata nel modo di bandire e condurre le gare, negli obiettivi incerti e nel capitolato spesso assente, nelle tempistiche fantasiose e budget “fateci voi una proposta”. Senza malizia – ci si augura sempre –, ma gestite con superficialità o semplice inesperienza.
Indire una gara è un momento chiave nella ricerca del partner creativo ideale. Se fatta bene, è un acceleratore di business. Se improvvisata, un freno. Ma il “j’accuse” da solo serve a poco… Per questo abbiamo sintetizzato un decalogo di regole in un manifesto (ispirato da questo), pensato per guidare le aziende pubbliche che in questo campo hanno qualcosa da insegnare nel comprendere come gestire gare efficaci e rispettose, trasformando la ricerca in un'opportunità di crescita per tutti.
PMI, ovvero... Prendere il meglio dall'interno
Durante il loro viaggio - che sia su strade, sentieri, pareti di roccia o mari e oceani - tutte le aziende cambiano al loro interno. Nuove persone, nuovi processi, nuovi rami del business, nuovi clienti o nuove sedi: nel business chi è fermo non è solido, è morto. Gestire il cambiamento interno, però, non è sempre facile, e quando i business crescono, tenere sotto controllo tutto diventa sempre più difficile.
Per aiutare le imprese a ri-orientare la bussola prima di affrontare mari burrascosi o lanciarsi in nuove avventure, MULTI collabora da anni con BlueChange. Valorizzare le risorse interne, efficientare i processi, ripensare l’organigramma e riallineare il business ai propri valori: con la consulenza, la formazione e il metodo di BlueChange, il vero cambiamento parte dall’interno.
E proprio “Il cambiamento è l’unica costante” è il nuovo claim di BlueChange, pensato dal team creativo di MULTI e tradotto in una nuova visual identity, un nuovo sito web e una nuova presentazione aziendale. Perché anche chi aiuta le imprese a cambiare, ogni tanto ha bisogno di un cambiamento.
Dal change management interno, necessario per prendere consapevolezza della propria forza e delle proprie potenzialità, alla traduzione della propria identità in un approccio strategico al mercato e in una comunicazione efficace: il valore della partnership tra BlueChange e MULTI è proprio questo, prendere il meglio dall’interno e portarlo verso l’esterno.

Trovare nuove strade
Sentiero tracciato o desire path? Spesso il business ci mente davanti a bivi difficili, più o meno metaforici. “Gestire i clienti già acquisiti come meritano o cercare opportunità di new business?” “Tutte e due!” verrebbe da rispondere, ma spesso le forze e le competenze per percorrere entrambe le strade vengono a mancare (eh gestione e sviluppo richiedono competenze differenti!) e nella routine di tutti i giorni ci si concentra sulla prima lasciando lo sviluppo ai tempi morti o alle fiere.
In un momento di incertezza come quello che stiamo vivendo, trovare nuovi sentieri di mercato da percorrere diventa sempre più importante. Per questo MULTI ha pensato ad una “scorciatoia”, per aiutare le imprese di ogni dimensione a capire quale sentiero percorrere, e fare insieme il primo pezzo!
Partiamo da un’analisi di mercato che non tagli nessuna curva, percorrendo attentamente settori, concorrenti, trend e arriviamo alla mappatura puntuale dei decisori ad alto potenziale, già segmentati per priorità, per aiutarti a trasformare i sentieri sterrati in nuove opportunità… in autostrade di relazioni commerciali concrete! Due servizi storici di MULTI, che diventano una nuova strada da percorrere insieme alle aziende, soprattutto le più grandi. Vieni con noi?!
Entrare in sintonia con il mercato
Il genere musicale delle aziende italiane, il loro DNA, da sempre è stato flessibilità, creatività, ingegno e reattività agli stimoli del mercato. Oggi la musica è ancora quella giusta? O forse è necessario “riequilibrare” gli strumenti, quei parametri fondamentali per entrare in sintonia con il mercato e non essere percepiti come meno gradevoli o stonati?
Ogni azienda ha un sound unico, che nasce dalla sua identità e arriva sul mercato proprio come una hit. Ma cosa fare se nessuno ci ascolta più?
Trovare la musica che piace al mercato è un mix complicato, che parte dalla mission e dai valori della propria azienda e coinvolge dimensioni aziendali, posizionamento nella filiera, canali di accesso al mercato, presenza geografica e presidio settoriale. Entrare in sintonia con il mercato significa equilibrare tutti questi aspetti per trovare un’armonia che piaccia al nostro pubblico target.
Cosa fare in concreto? Per prima cosa, scarica la nostra fanzine! Un vademecum di Futuri Possibili by MULTI!
Può darsi che prendere spunto dalle melodie in testa alle classifiche o accordare i propri strumenti sia già sufficiente, ma in ambito di impresa si può fare di più:
ragionare sulla propria identità più profonda, verificando che vision, mission e valori siano condivisi e allineati agli obiettivi commerciali;
trovare la propria dimensione ideale e il proprio posto all’interno della filiera. Piccoli e flessibili o parte di un ecosistema più grande? B2B o B2C? A ognuno la sua nicchia!
approcciare i mercati con il mix tra strumenti online, contatti one-to-one e campagne promozionali più adatte al tuo prodotto, servizio o settore;
interrogarsi periodicamente sull’armonia di tutte le scelte commerciali e le skills messe in campo per massimizzare l’impatto delle proprie azioni;
E nella tua azienda, in che modo arrangiate i vostri pezzi per essere in sintonia con il mercato?
COSE CHE CI SONO PIACIUTE
Vetri di Sardegna _ No, non è il titolo di una raccolta di poesie malinconiche (anche se un po’ lo sembra). È come ci piace riassumere il nuovo progetto di Ichnusa, che come al solito ci fa riflettere ma, nel tempo stesso, anche stappare un sorriso.
Quindici bottiglie abbandonate, recuperate e sanificate per essere trasformate in oggetti da collezione grazie a sei artisti sardi: ogni bottiglia racconta una storia diversa, ma tutte parlano della stessa cosa, ovvero il rispetto per la terra, per il mare, per ciò che lasciamo dietro di noi. Le opere sono state messe all’asta su eBay, e il ricavato sosterrà nuovi progetti per proteggere il territorio. Un progetto che sbarca anche in terraferma, con lo slogan “Se deve finire così, non beveteci nemmeno”: un messaggio preciso e potente, che ci ricorda che ogni oggetto ha un destino, e che quel destino, nella maggior parte dei casi, lo decidiamo noi.Small vs Big _ Tra le nostre campagne preferite di questa estate spuntano due marchi che hanno giocato benissimo con le dimensioni. Penny Market con la sua campagna “Small Prices, Big Impact” porta il prezzo direttamente sulle confezioni: lettering bold, colori pop e packaging diretto.Canva, invece, gioca con il nostro meme preferito - “Make the logo bigger!” - e lo prende alla lettera, sfidando i confini tra online e offline. Due campagne diverse ma con la stessa natura: piccola o grande che sia, un’idea funziona quando occupa bene lo spazio - e la testa di chi la guarda.
Clinamen _ In tema di progettazione degli spazi come strumenti di connessione con la natura, l’artista Céleste Boursier‑Mougenot ha installato alla Bourse de Commerce di Parigi Clinamen, dal termine latino che secondo l'epicureismo indicava la deviazione casuale e spontanea degli atomi nel vuoto. Una vasca circolare, con acqua trasparente che riflette il cielo dalla cupola della sala, contenente centinaia di ciotole in porcellana che galleggiano, si muovono e si urtano tra loro, creando un’atmosfera sospesa scandita dal tintinnio leggero delle ciotole: un invito a rallentare e a ricordarci che qualsiasi luogo può diventare un piccolo ecosistema in grado di riequilibrare i nostri sensi.
PS: per chi se lo stesse chiedendo dal secondo paragrafo… lei è Tina!
