Il sogno dell’immortalità è un pallino che accompagna l’uomo dalla notte dei tempi. Dall’epopea di Gilgamesh al ritratto di Dorian Gray, dalla pietra filosofale di Harry Potter, passando per Highlander e per le voci intorno a un presunto tentativo di Berlusconi di farsi ibernare per risvegliarsi in tempi migliori: un sogno che non riguarda solo l’immortalità dell’anima, ma mira a superare i limiti del corpo, verso il transumanesimo. La vita eterna da sempre fa gola ai potenti del mondo, e non è un caso che ne abbiano parlato Putin, Xi Jinping e Kim Jong-Un, allegramente riuniti in Piazza Tienanmen per discutere del nuovo ordine mondiale.
Un discorso che cade nelle giornate in cui l’Italia e il mondo salutano Giorgio Armani, che forse aveva troppo rispetto della vita per pensare di prolungarla in eterno.
Chi ne raccoglierà l’eredità? Il testamento con le ultime volontà di “Re” Giorgio cita beni materiali e quote societarie, ma anche lo spirito con cui le società dovranno essere gestite – “in modo etico, con integrità morale e di correttezza”. Ma oltre quella materiale, l’eredità creativa dello stilista difficilmente trova spazio in una carta notarile. Il futuro di Armani sta nel suo passato o troverà una guida capace di reinterpretarla? E fino a che punto possiamo parlare di prosecuzione e dove comincia un nuovo cammino, capace di andare oltre la persona?
Quando pensiamo a un’impresa, immaginiamo bilanci, strategie e performance. Eppure, ogni organizzazione porta dentro di sé un’anima: un insieme di valori, visioni e aspirazioni che la rendono viva.
È quell’energia invisibile che orienta le decisioni, ispira i collaboratori e la rende riconoscibile agli occhi del mondo esterno. Spesso incarnata dal suo fondatore, che in maniera più o meno consapevole, cerca di trasmetterla a chi gli sta intorno. E una volta fatto il passo, ed essere riusciti a managerializzare l’azienda, qual è il segreto della sua longevità?

Ci piace ricordarlo così, con uno scatto rubato in via Manzoni a Milano da un passante, nel 2019. Giorgio Armani ha cominciato la sua carriera come “vetrinista”.
Lunga vita alla governance
Se l'anima di un'impresa è il suo motore invisibile, la sua longevità dipende dalla capacità di tradurre quella visione in un modello di governance capace di resistere al tempo. Una testimonianza emersa durante il primo incontro del ciclo “A tu per tu con i capitani d’impresa”, organizzato da Confindustria Bergamo, un dialogo tra Giovanna Ricuperati e Paolo Rocca, Presidente e CEO di Tenaris e del Gruppo Techint. L’incontro ha offerto una rappresentazione concreta di come una cultura aziendale, fondata su regole, rigore, valori possa sopravvivere e prosperare oltre le generazioni.
La forza del Gruppo, come spiegato da Rocca, risiede nell'allineamento tra azionisti, management, personale e comunità. Questo allineamento ha consentito agli azionisti di rinunciare per decenni ai dividendi per reinvestire, costruendo una cultura industriale di lungo periodo.
Un modello di governance "piramidale" che combina il controllo familiare con la responsabilità e la compliance, permettendo di mantenere obiettivi di lungo periodo senza essere "schiavo della trimestrale", pur rendendo conto agli investitori delle società quotate.
Un modello che non solo ha saputo tramandare il patriottismo industriale del nonno Agostino, ma che si rafforza attraverso la rete, come nel caso del programma ProPymes, che condivide strumenti e formazione con 1.150 piccole e medie imprese della filiera. Perché, come sottolinea Rocca, "nessuno si salva da solo". In questo contesto, l'eredità non è solo una questione di quote societarie, ma di pragmatismo e di selezione delle persone giuste.
Rocca è molto chiaro su questo: "Chi ha talento e valori solidi può guidare un'impresa. Chi ha valori, ma non ha talento può fare l'azionista. Chi non ha né valori né talento, meglio che ne stia fuori".
Infine, la perennizzazione d'impresa non è solo una questione di governance, ma di resilienza. Come il nonno di Rocca, che ha dovuto ricominciare quattro volte nella sua vita, l'azienda ha la capacità di "perdere tutto e ripartire". Un'attitudine che è parte fondamentale della cultura industriale del gruppo e che deve essere trasmessa alle prossime generazioni.

Imprese in simbiosi
Chi gestisce un’impresa si confronta quotidianamente con scelte decisive. Decisioni che impattano concretamente nell’operatività di una organizzazione, coinvolgendo risorse, tempi e persone. E l’efficacia di una scelta imprenditoriale sta sempre nella qualità e competenza delle persone chiamate a metterla in campo, a tradurla in “operations”. Spesso, però, le imprese affrontano i problemi in modo reattivo, partendo dal “problema del giorno” senza una visione organica. La mancanza di processi strutturati e di giusti tempi porta a “perdere il momento magico”, affrontando i percorsi in modo empirico. L'incapacità di cambiare è il problema maggiore.
La partnership di MULTI con Simbiosity nasce proprio con questo obiettivo: trovare le persone giuste da inserire nel posto giusto, in una strategia di crescita e trasformazione aziendale. Mettendo in connessione la profondità di sguardo dentro l’impresa con la capacità di individuare il fattore umano in grado di abilitare il cambiamento.
Simbiosity è la realtà fondata nel 2016 da Renzo Noceti, che ricerca, seleziona e integra persone all’interno delle aziende, con lo scopo di portare un valore aggiunto alla crescita e all’evoluzione del business. Molto più di un recruiting o di un headhunting, ma una vera e propria “advocacy” nell’individuare il valore umano e il fattore moltiplicatore da integrare in azienda. In simbiosi, per l’appunto.
Un servizio che si inserisce perfettamente nel supporto allo sviluppo di impresa che ci contraddistingue, ma con un focus specifico sull’executive search, ovvero la ricerca di C-level di alto profilo da innestare nei ruoli strategici di top management.

Il percorso tra MULTI e Simbiosity, tra persone e aziende, fatto di relazioni concentriche attorno ad un caposaldo comune. Un’immagine che ci ha ispirato nello studio della nuova identity per il nostro partner.
Voce del verbo Farete
Superati i racconti delle ferie, di ciò che “abbiamo fatto”, settembre, si sa, è il mese del “fare”. Un fare frenetico e multidirezionale, che lo scorso 4 settembre ha portato Francesca Gelmini a Bolzano Slush’D, l’unica edizione italiana del celebre format nato a Helsinki, per approfondire temi di innovazione in ambito Energy, FoodTech, Digital e Deeptech.
Oltre al fare, settembre in MULTI è il mese di Farete, la fiera organizzata da Confindustria Emilia Area Centro: un’occasione preziosa per ascoltare il mercato, creare connessioni e accompagnare le imprese là dove nascono nuove occasioni di crescita. Non solo “fare al futuro”, ma anche “fare rete”!
Anche quest'anno, Farete 2025 ci ha visti protagonisti di una doppia attività. Dal pre-fiera – con lo scouting di buyer europei per i settori food, packaging, macchine agricole, subfornitura meccanica, oleodinamica e trasmissione di potenza, automotive – all’attività in fiera, dove le nostre Gaia e Chiara hanno curato l’organizzazione degli incontri B2B presso l’International Club, facilitando il dialogo tra i 6 buyer selezionati e le aziende associate.
E così da una fiera dal nome evocativo e che invita alla progettualità, il pensiero vola alle prossime cose che faremo. Dalla partecipazione a Go International (il 17 e 18 settembre a Milano, Allianz MICO), ai tour internazionali della nostra Ciclotte, che farà un giro fra il Feria Hábitat di Valencia (29 settembre - 2 ottobre) e il Design District di Vienna (3-5 ottobre).

PMI… ovvero Passione per il Metallo Incandescente
Oltre a essere spesso la fine, Il fuoco è il principio di tutte le cose. Una frase attribuita a Eraclito è la presentazione perfetta per un’azienda come LaFerrotecnica, piccola officina di Onore (BG) che produce e commercializza bracieri, barbecue e accessori per il caminetto. Prodotti artigianali e di design 100% Made in Italy, che hanno chiesto un aiuto a MULTI per arrivare a scottare i mercati Francia, Spagna, Germania e Austria.
Abbiamo avviato la fiamma con un warm-up strategico e una ricerca approfondita sui flussi import/export e ora il progetto è pronto per essere cotto a puntino! 6 mesi di sviluppo commerciale alla ricerca di distributori o rivenditori specializzati partendo da un database di 100 nomi caldi come tizzoni ardenti.
Il giusto mix di competenze meccaniche e attenzione al design, con il desiderio di regalare bellezza agli spazi esterni e ai momenti di condivisione davanti al fuoco: avere chiaro quello che si vende è il primo segreto per mantenere sempre accesa la fiamma del proprio business.
Pensare la fine, agire dal principio
Per far nascere un business, sviluppare un prodotto o implementare un processo spesso la domanda più importante da porsi non è “da dove inizio?”, ma “come finirà?”. Un passaggio da una prospettiva lineare ad una prospettiva circolare, che prende in considerazione non solo quello che stiamo facendo oggi, ma anche l’impatto che quello che facciamo avrà su un futuro più o meno remoto.
La domanda da farsi allora diventa: è possibile essere generativi partendo dal principio che tutto ha una fine?

Nessun disfattismo però: pensare che le cose, le relazioni professionali e le aziende hanno una fine non deve farci desistere in partenza, ma darci la carica per creare qualcosa che possa generare valore nel tempo, senza lasciare impronte troppo pesanti sul futuro del territorio o delle comunità.
Cosa fare in concreto? Per prima cosa, scarica la nostra fanzine! Un vademecum di Futuri Possibili by MULTI!
Può darsi che usare materie prime riciclate, preferire la riparazione all’acquisto del nuovo o avere una exit strategy ben definita basti, ma in ambito di impresa si può fare di più:
pensare al rapporto con i propri collaboratori in termini di employee lifecycle, dall’attrattività fino alle fasi finali, dedicando attenzioni specifiche a ogni fase;
esplorare modelli di business basati sulla rigenerazione, il riutilizzo e la condivisione dei prodotti;
fare reverse engineering sui prodotti a fine vita per identificare miglioramenti e possibili applicazioni future dei materiali;
verificare l’impatto a lungo termine dei prodotti e ricercare sinergie all’interno della filiera o del territorio per agevolare l’adozione di iniziative sostenibili.
Cose che ci sono piaciute
Il nostro capodanno: Settembre. In MULTI settembre non è solo il mese del ritorno dalle ferie: è un vero e proprio festival di compleanni. Giovanna come sempre ha alzato l’asticella con torte di eccellenza (e qualche inevitabile incidente firmato Giampiero), mentre la nostra Silvia ci ha deliziato con un golosissimo pane e Nutella in memoria della sua passione d’infanzia. Le nostre Andre’s Angel – la versione MULTIverso delle Charlie’s Angel – ci hanno trascinato in missione: invito vintage, quiz segreto e un banchetto che nemmeno Bosley avrebbe potuto organizzare meglio. Il team Ciclotte ha festeggiato il "Mai dire compleanno" di Maddalena e, come da tradizione, quello di Luca, che festeggia sempre in ritardo, ma si fa sempre perdonare con il suo mitico sormontè. E il mese non è ancora finito: siamo già pronti per i prossimi banchetti!

L'imperfezione fatta a campagna. Gran Turchese ci ha conquistati con il suo ultimo lancio: i BiscoRotti, biscotti “imperfetti” che diventano protagonisti di una campagna giocosa, irresistibile e fuori dagli schemi. Nonostante la decisione - già intrapresa da altri brand - di dare una nuova vita ai “prodotti difettati”, la vera notizia è la campagna stessa, che prende forma in affissioni storte, visual spaccati e copy che ribaltano la perfezione. Un vero e proprio manifesto creativo: leggero, ironico e perfettamente in linea con i tempi.
Matrimonio di fine estate. L’estate si è chiusa con la più bella delle promesse: il 30 agosto la nostra Elena ha detto sì! Una giornata piena di emozioni, sorrisi e luce che porteremo con noi anche nei mesi a venire. Auguri di cuore ai novelli sposi Elena e Giovanni da tutta la MULTI!
