Sono cresciuta vivendo il confronto quotidiano con mia sorella, più grande di me: lei estroversa, talentuosa, sempre al centro dell’attenzione; io riservata, timida, silenziosa.
Senza rendermene conto, mi sono ritrovata nel ruolo della persona coscienziosa, affidabile, più grande della mia età. Preferivo stare con gli adulti, che con i coetanei.
All’università, inizio a desiderare più autonomia, e più conoscenza del mondo. Il mio obiettivo: fare un’esperienza fuori dall’Italia, dalla mia città, dalla mia famiglia. Per un bisogno di ordine, correttezza, rispetto delle regole sono attratta dai paesi nordici.
Così vado in Svezia, progetto Erasmus: e a 2000 chilometri da casa, trovo la mia casa.
Rientro in Italia, (e in questa occasione ho il primo contatto con MULTI); mi laureo, cerco opportunità, sostengo dei colloqui e infine trovo un posto come assistente di un deputato italiano (donna, siciliana) al Parlamento Europeo. Sede di lavoro: Bruxelles.
Un’esperienza decisiva, nel bene e nel male, con tutte le contraddizioni – l’idealismo e gli interessi – che la politica comporta, e gli estremi: da un lato la frenesia, dall’altro l’inerzia…
Di fatto mi ritrovo a lavorare per valorizzare e curare a livello europeo gli interessi di un territorio, la Sicilia, molto lontano da me, in ogni senso.
Da questa doppia esperienza di “distanziamento”, prima studiando in Svezia, poi lavorando per la Sicilia (a Bruxelles) comincio a maturare un rapporto equilibrato con le mie radici, la mia provenienza, il mio territorio. Incontrare la diversità mi è servito a riconoscere e accettare la mia identità.
Gradualmente, l’insofferenza che mi aveva spinta ad allontanarmi dai luoghi, dalla lingua, dalle persone si è tramutata in presa di coscienza non solo dei difetti, ma dei valori del nostro territorio, e della prossimità genetica tra lo spirito bergamasco – schivo, brusco, iperattivo – e il mio carattere.
Il passo successivo è risultato logico e automatico: dedicarmi alla valorizzazione del territorio che meglio conosco. E quindi tornare a Bergamo, e poco dopo entrare nel team MULTI come figura dedicata al marketing territoriale.
Ho iniziato a seguire un progetto affermato da anni (DimoreDesign, che è un’iniziativa di apertura/contaminazione dei palazzi storici verso il mondo del design) e un progetto completamente innovativo (Il Sentierino, percorso di comunicazione urbana, con una sinergia tra un format narrativo e un’installazione botanica/architettonica).
Definire il marketing territoriale non è difficile: un’attività che consiste nel “segnare il territorio”, non per reclamarne la proprietà, ma al contrario per condividerne le opportunità.
Ci sono brani di città e angoli di paesaggio che a volte, abusati o sminuiti dalla routine sociale, diventano invisibili. Rendere accessibili, conosciuti e valorizzati nel giusto modo i giacimenti storico-culturali: ecco che cos’è il marketing territoriale. E questo a beneficio di tutti: imprese, istituzioni, cittadini, viaggiatori.