Natale con Luca Tiraboschi: uno sguardo sul mondo della TV con il Direttore di Italia 1


Giovanna Ricuperati

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Giovanna Ricuperati

Come da tradizione ormai consolidata, anche quest’anno, per Natale, Multiconsult ha ospitato un personaggio legato al mondo della creatività, dell’arte e della cultura, figure che sentiamo vicini al nostro lavoro di tutti i giorni e soprattutto al nostro approccio, e di cui ci piace approfondire la conoscenza in occasione del consueto brindisi di auguri.
Per il 2013, abbiamo avuto il piacere di incontrare Luca Tiraboschi, Direttore di Italia 1, Italia 2 e Boing, e di scoprire qualcosa di più sul mondo della televisione. Luca è un personaggio eclettico, brillante, che coniuga concretezza, intuito, creatività e spirito manageriale. Bergamasco doc., una carriera costruita all’insegna dell’understatement (scelta che lo ha tenuto lontano dalla notorietà di molti suoi colleghi), è oggi una delle colonne portanti di Mediaset, riconoscimento guadagnato sul campo a colpi di programmi vincenti e di sfide ai dati Auditel, giudici implacabili della programmazione .
“Una programmazione che in Italia 1 segue linee guida precise, che ha scelto di rivolgersi prevalentemente non ai giovani anagrafici – il target notoriamente più infedele – ma ai giovani “pregiati” come ci piace chiamarli, persone di ogni età che si sentono giovani, apprezzano una televisione dinamica ed hanno buona propensione al consumo”.

Natale Tiraboschi 2E l’obiettivo è oggi pienamente centrato “la differenza la fanno coerenza editoriale e perfetta corrispondenza al proprio pubblico: lo spettatore deve riconoscere chiaramente l’offerta del canale, più gli assomiglia più sceglierà di seguirti“.
Solo così è possibile instaurare un rapporto credibile, e solo così si può pensare anche di orientare le scelte collettive andando oltre il luogo comune che vuole la TV offrire solo ciò che la gente chiede.
“Ricordo quando Mario Giordano – un autentico genio – arrivò con la sua idea di telegiornale innovativo, un telegiornale che portasse gradualmente gli spettatori verso le notizie, offrendo come antipasto gossip e storie di costume: quel telegiornale diventò Studio Aperto, e per i primi anni il rapporto tra le due tipologie di contenuti in effetti è stato evidentemente sbilanciato. Ma oggi, con i contenuti equamente suddivisi, Studio Aperto, è il telegiornale di mezzogiorno di gran lunga più seguito tra tutti i telegiornali del palinsesto televisivo”. L’informazione viaggia veloce, ed i nuovi media sono un concorrente apparentemente inarrestabile “non sono troppo convinto dell’immediatezza di questa rivoluzione: tablet, smartphone e device tecnologici arriveranno ovunque, ma sono convinto che in Italia ci arriveranno molto più lentamente: il pubblico italiano, come quello spagnolo, ha un tasso di invecchiamento molto più lento degli altri paesi europei, e ci vorrà tempo prima che la TV possa essere realmente superata: è parte della nostra storia, della nostra cultura, è e resterà ancora a lungo il primo veicolo di comunicazione. E poi lo ammetto, a me i video guardati negli schermi dei telefonini e tutte queste funzioni in uno spazio così ristretto proprio non piacciono”.
Chissà se ancora una volta, il Direttore ci avrà visto giusto.

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