La mostra delle opere di Alessandro Verdi, inaugurata ieri con la presenza dell’artista e l’introduzione di Giacinto di Pietrantonio, presso gli uffici di Multiconsult, rimarrà aperta fino al prossimo 30 gennaio.
Alessandro Verdi è un pittore di origini bergamasche, ha frequentato l’accademia di Bergamo ed è stato poi scoperto da Giovanni Testori, il grande critico d’arte italiano, scomparso alcuni anni fa, che lo ha lanciato nel mercato dell’arte. L’attività di Alessandro è molto intensa: ha fatto diverse mostre in Italia e all’estero, partecipando ad alcune biennali di Venezia ed è ricercato da alcune delle più prestigiose gallerie d’arte in Italia (galleria Blu di Milano) e all’estero.
La selezione di tele, in mostra in questi giorni, conferma che la pittura di Alessandro Verdi, come già notato in occasione della sua partecipazione alla 53° biennale di Venezia, è al tempo stesso “meditata e spontanea, sensuale e raffinata, memore della tradizione calligrafica giapponese e della forza di un alfabeto genetico primordiale”. Come scritto da Achille Bonito Oliva: “La ricerca di Verdi è volta a rinvenire e fissare tracce di esistenza allo stato puro, senza le superfetazioni imposte dalla società, irradiando all’intorno una fertilissima aura che fa defluire attraverso le metafore del linguaggio la sua incandescente carica espressiva“.
Giovanna Ricuperati, AD di Multiconsult, che ha fortemente voluto ospitare le opere di Verdi presso la sede di Multiconsult, sottolinea:
“A me piace molto la sua pittura, mi sono lasciata prendere dalle sue opere e poi ho fatto di tutto per conoscerlo. Quest’anno è stato segnato dal nostro incontro e dal ritrovo di amici comuni.
E’ un uomo molto sensibile, con una lucidità e capacità di analisi del mondo peculiare ma è anche un artista: scostante, timido, caratteriale.
Dipinge incessantemente da anni e si sente la pittura nel sangue, sulla pelle, nel cervello, nell’anima. Prende e distrugge le sue opere, le tocca e le ritocca, non ne vedrebbe mai una fine.
E’ più noto per i suoi rossi ma ha avuto il periodo blu, quello rosa (vedete alcune opere appese) e quello giallo della biennale: tutto frutto delle diverse tecniche da lui utilizzate per dipingere.
Questo è il momento del bianco e nero.
Parte quasi sempre dal piccolo, da una sorta di libro che poi sviluppa sul grande ed è per i fogli di carta di grande dimensione che è più noto”.
Verdi ha da poco terminato una mostra a Milano, presso la fondazione MUDIMA e una a Berlino con alcune delle tele che sono ora esposte presso gli uffici di Multiconsult. In primavera è poi attesa una nuova mostra a lui dedicata dal Credito Bergamasco.