Si è da poco conclusa a Colonia l’IMM, il salone internazionale del mobile tedesco, che dal 13 all’19 gennaio ha raccolto più di 140.000 visitatori, assestandosi tra le prime 3 fiere di settore a livello mondiale e confermando i trend di crescita degli ultimi anni.
Alla manifestazione ho avuto il piacere di partecipare insieme ad un nostro partner per testare sia il potenziale della fiera sia l’attuale recettività del mercato tedesco verso oggetti di design appartenenti al segmento luxury.
Durante l’evento l’enorme profondità e l’ampiezza degli arredi esposti sono state decisamente combinate con elevati standard di presentazione e servizio, confermando IMM come una piattaforma efficace per i progettisti dell’arredo di ogni settore.
Due su tutti sono stati i feedback e gli spunti di riflessione che mi hanno maggiormente colpito.
La prima riguarda la vastissima area nel padiglione 1 dedicata alla stampa in 3D e alla prototipazione veloce (ormai non solo in nylon ma anche in ceramica, metallo e perfino cemento), che pare abbia il potenziale di divenire nel giro di pochi anni il metodo produttivo principe di miniserie di oggetti d’arredo particolarmente complessi o personalizzati, secondo quel filone che vede l’arredo, soprattutto di altissima gamma, arrivare ad affacciarsi alle gallerie d’arte.
Probabilmente questo non sostituirà i sistemi manifatturieri delle aziende europee di riferimento a beneficio di quelli asiatici che continueranno a beneficiare di forti economie di scala per grandi produzioni in serie, ma sicuramente avrà un peso molto importante per la realizzazione di tutti gli oggetti e complementi d’arredo con una forte componente di design.
Il secondo feedback mi è stato invece confermato da più agenti che operano nello scenario tedesco e punta a stigmatizzare l’errato comportamento di molte aziende nel mondo del web.
In un paese, quello tedesco per l’appunto, in cui l’acquisto su catalogo a prezzo pieno è ancora molto forte e diffuso, la tendenza di molte aziende italiane a sfruttare il web semplicemente per aprire siti in cui vendere i propri prodotti (compresi e soprattutto quelli di punta) con forti sconti e ribassi, sta rischiando di distruggere reti commerciali consolidate da anni e di far perdere credibilità ed appetibilità online da parte del canale del trade, per per obiettivi di breve periodo.
A questo va aggiunto che sono ancora moltissime le aziende che non stanno sfruttando il web quale strumento di conversazione con il proprio pubblico, tramite l’uso dei social network.
Concludendo, se da un lato fa molto piacere notare come il Made in Italy continua ad avere un enorme appeal anche nel mercato tedesco, sarà fondamentale per le aziende italiane iniziare a definire “digital strategies” coerenti ed efficaci a livello mondiale ed avvicinarsi a nuove metodologie produttive capaci di mantenere una leadership a livello manifatturiero.
Alcuni scatti dagli stand