Della mia infanzia in Val d’Arno, tra Arezzo e Firenze, ricordo la fissazione a recuperare oggetti e creare cose nuove da regalare alle persone cui voglio bene. Staccavo il superfluo da quel che si buttava, le etichette dei vestiti, mi aggiravo per casa armata di vecchi giornali e Vinavil, e alla fine del pomeriggio una scatola da scarpe era diventata un preziosissimo portagioielli. Mai tenuto le cose che facevo, le regalavo, ancora oggi ho amici che conservano questi “gioielli” che ho creato per loro.
Diventata più grande, studiavo grafica pubblicitaria, ma con il computer ho iniziato da sola, autodidatta, con il vecchio CorelDRAW. Ricordo l’arrivo della stampante, una gioia.
Pensando al futuro, non mi vedevo al servizio di quei terribili “uomini di carattere” che sono i tipografi toscani. Sognavo la grande agenzia internazionale a Milano. Così parto, e trovo lavoro in un’agenzia pubblicitaria. Ma non a Milano, a Torino. Vivo in una mansarda bohème, con la mia bicicletta bordeaux sempre in giro per la città, con pioggia e ombrello. Sette anni bellissimi, d’amore e di lavoro, sfuggendo dal mio compagno, e inseguendolo: lui di Torino, studia ad Arezzo, trova lavoro a Milano; io di Arezzo, lavoro a Torino, ma voglio vivere Milano, con lui.
Così, dopo sette anni in Turin, cercando di nuovo “grande agenzia area Milano” trovo l’agenzia che sognavo, a Bergamo! Ci sono potenzialità, l’ovetto Multiconsult si schiuderà. La mia idea di comunicazione è gioiosa, la creatività è un dono, sì, un dono da fare, un regalo, qualcosa di cui tutti hanno bisogno, un segno d’amore, la materia prima della comunicazione.