A 40 anni dalla scoperta, l’Eudimorphodon ranzii vola a New York


Federica Perico

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Federica Perico

L’ Eudimorphodon ranzii è partito per New York, non nella sua versione originale ma in una replica identica.

La bergamasca Partec Srl, in collaborazione con la bolognese Agiotech e Confindustria Bergamo, ha infatti realizzato una copia del prezioso scheletro di dinosauro, scoperto quarant’anni fa, per la sua esposizione al prestigioso American Museum of Natural History.

Negli USA – e più precisamente nel cuore di Manhattan – l’Eudimorphodon ranzii sarà uno dei protagonisti della mostra “Pterosaurs; flight in the age of dinosaurs” (“Pterosauri; il volo nell’età dei dinosauri”).

La location è di grande fama, non solo perché rappresenta una delle maggiori istituzioni scientifico-culturali al mondo, ma anche perché ha ospitato importanti pellicole hollywoodiane, come Spiderman 2, Men in Black 2 e Il Diavolo Veste Prada.

L’Eudimorphodon ranzii, nella sua fragilissima versione originale, è attualmente esposto al Museo delle Scienze Naturali di Bergamo ed è considerato un reperto di valore inestimabile, in grado di trasmettere una quantità notevole di informazioni sulla fauna preistorica e, più in generale, sulla storia evolutiva del pianeta Terra. Ovviamente, non sarebbe stato possibile né pensabile spostarlo dalla sua sede bergamasca per trasferirlo negli States.

Per questa ragione Partec Srl, azienda di Parre specializzata nella prototipazione rapida con la quale Multiconsult collabora ormai da un anno attraverso un affiancamento di marketing strategico e comunicazione, ha messo a disposizione il proprio know how in collaborazione con la Agiotech di Bologna al fine di riprodurre fedelmente tutte le caratteristiche dello scheletro.

La replica non è stata naturalmente realizzata attraverso un calco, perché una metodologia del genere avrebbe inevitabilmente messo a rischio la struttura dell’Eudimorphodon ranzii: si è dunque proceduto alla sua produzione tramite Reverse Engineering, ossia attraverso la tecnica che permette una ricostruzione reale partendo da un modello 3D digitale.

Si è cominciato con una serie pressoché infinita di punti ottenuta con scansione, dalla quale si è passati poi al Rapid Prototyping.

A fare da punto di contatto tra il Museo newyorchese e le abili imprese italiane è stata Confindustria Bergamo, che si è premurata di invidiare i migliori sponsor per il progetto.

E così, mentre la copia gemella dell’Eudimorphodon ranzii vola a Manhattan, gli Stati Uniti regalano all’Italia alcuni preziosi calchi, tra cui spicca per importanza quello del nido di Oviraptor: uno sguardo postumo nella maternità degli uccelli preistorici.

Fonte immagine: Wikipedia.

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