N. 31 | Agosto 2023

Quello che resta

8' di lettura

Iscriviti alla newsletter
e al canale

Dove siete stati? Cosa avete fatto? L’avete visto quel posto? E avete fatto quello? E quell’altro l’avete provato?” Il rientro dalle ferie porta con sé tintarelle e curiosità dei viaggi altrui. Spesso entusiasma, per la voglia di condividere gli incredibili posti visitati e le eccezionali esperienze vissute. Altre volte infastidisce, nel forsennato confronto delle fotogallery sui telefoni. Ma è sempre una bella occasione per condividere qualcosa di nuovo e di bello tra colleghe e colleghi. Poi l’adrenalina si placa, ammorbata dall’oblio del lavoro, e tutto torna alla normalità. Fine della poesia.

E alla fine una domanda: che cosa resta? Dei viaggi, delle esperienze, delle vacanze? Ce lo siamo chiesti, per davvero. Abbiamo chiesto nelle chat di gruppo di mandare fotografie, racconti, pensieri. Alcuni hanno condiviso uno scatto con un cimelio MULTI portato in ferie con sé, altri un piccolo ricordo vissuto.

E per combattere l’oblio di questa bella energia da rientro, abbiamo voluto dedicare la TUMULTI di agosto alla scoperta del mondo, ma anche di noi stessi. Alla bellezza e alla lentezza. Alle attività e alla noia. A chi è andato e a chi è rimasto. E soffermarci a riflettere sul valore di quello che davvero resta. Per questo partiamo, eccezionalmente, con le…

Cose che ci sono piaciute

  • L’India sbarca sulla Luna alla ricerca d’acqua. A pochi giorni dallo sfortunato allunaggio mancato della Russia, la missione Chandrayaan-3 porta l’India sul suolo lunare, per ricercare giacimenti di ghiaccio al polo sud del nostro satellite. Il nostro viaggio comincia con Tiziana che era lì (in India, non sulla Luna!) a godersi la grande festa, nonché rivincita, di tutto un popolo, fotografando sorrisi e sguardi ipnotici in un Paese che fa della confusione il suo equilibrio: mucche e cammelli in mezzo al traffico, scimmie sulle terrazze, proprietari di gioiellerie a piedi scalzi che ti leggono la mano, e la serenità di chi gioisce di ciò che ha, ma che non si arrende a cercare… persino la luna!

  • Alleviare l’ecoansia alla fonte. Il disagio per i cambiamenti climatici è ufficialmente una patologia. E mentre gli oceani si colorano di verde, come solo a Canal Grande sanno fare, noi abbiamo raccolto le testimonianze di chi, in queste vacanze, si è imbattuto in veri paradisi d’acqua. Come Chiara, che in Vietnam ha attraversato in barca la Baia di Halong, un posto magico che ha ispirato James Cameron per le ambientazioni di Avatar. E poi Alberto, sull’isola di Chumbe a Zanzibar, completamente ecosostenibile, immersa in una natura incontaminata tra tartarughe, squali, delfini e un reef totalmente intatto, dove la piccola presenza dell’uomo ha saputo trovare un rispettoso equilibrio. Voliamo tra i paesaggi desertici della Giordania dove Francesca è riuscita a fare canyoning nella gola del Wadi Mujib, a oltre 400 metri sotto il livello del mare. E infine Giovanna e il suo saluto al sole con la famiglia al completo alla foce dell’Acheronte, in Grecia. Altro che inferno, un vero paradiso!

Alla ricerca della lentezza

Non serve raggiungere mete lontane per ritrovare sé stessi. A volte sono i soliti posti a rendere uniche le pause estive. Come tornare ogni estate, per 27 anni, nello stesso posto e riscoprirlo come la prima volta: lasciarsi incantare dall’acqua cristallina, dal profumo di corbezzolo e della macchia mediterranea. Fotografare tutte le sfumature di ogni singolo tramonto e scoprire che ha pure un nome, “opacarofilia”. E persino averne uno dedicato a MULTI! (Francesca)

E poi lo sguardo perso all’orizzonte, la sofficità della sabbia ancora tiepida, il fruscio delle onde da poco placate e la bellezza di quel tramonto di San Lorenzo, che anticipa il passaggio di qualche stella cadente carica di desideri. (Chiara)
O la voglia di prendere per un attimo il timone della barca, senza saper ormeggiare, per sentire che sensazione fa “essere il capitano della tua libertà". (Camilla)

Sono piccole esperienze, frammenti di vita, ma capaci di colmare i vuoti nel profondo. Come passare 10 giorni a piedi scalzi sull’erba, in mezzo ai boschi, e scoprire solo alla fine “quanto se ne aveva bisogno”. (Angela)
O l'ebbrezza di farsi una doccia in mezzo al bosco. E poi trascorrere ore e ore sull’amaca a leggere libri in spagnolo. (Elena)

Infine gioire delle piccole cose anche a migliaia di chilometri di distanza. Come il piacere di immergersi nella memoria di un popolo antichissimo, insieme alla propria famiglia, alla scoperta dei lasciti in pietra in giro per l’Armenia. (Federica)
Oppure osservare i davanzali delle case norvegesi, che rivolgono un pensiero o un saluto a chi le osserva da fuori, piuttosto che da dentro, e immaginare le vite degli altri spiando le finestre illuminate. Infine sentire il vento del nord sulla propria pelle, “che ti toglie il respiro ma ti pulisce la mente”. (Gaia)

Forse ha ragione Murakami. "Quando tutto attorno è buio, non c'è altro da fare che aspettare tranquilli che gli occhi si abituino all'oscurità". Stare fermi, per scoprire quanta bellezza attorno a noi ignoriamo nella frenesia del quotidiano. E rivolgiamo a voi la domanda: vi siete presi del sano tempo per annoiarvi durante queste vacanze?

Incontri ravvicinati dell’altro tipo

Mentre al Congresso degli Stati Uniti d’America volano accuse sulla presenza di UFO nascosta dal governo, nel Bel Paese cantiamo spensierati insieme a Battisti “Tu chiamale se vuoi, emozioni”. E quest’estate il team MULTI ne ha provate tante di emozioni… Grazie, soprattutto, a incontri inaspettati. 100% umani. Sfuggenti, forse, ma indelebili.

Per Marta sono bastati un libro e una spiaggia, per confidarsi con una anziana signora, alla sua curiosa domanda: - “Mi scusi, posso chiederle quali emozioni prova leggendo quel libro?” - “Sinceramente, ho smesso di piangere pochi secondi fa!”

Un veloce scambio su un romanzo con protagoniste madre-figlia, si trasforma in una conversazione profonda tra due sconosciute, con 50 anni di differenza, ma che un’ora sul lungomare di Lerici ha avvicinato incredibilmente. Esperienze di vita degli altri che, una volta lette e raccontate, diventano un po’ nostre e che danno modo di aprirsi, con dolcezza e sincerità, anche con chi non si è mai incontrato prima e probabilmente non si rivedrà più.

Per Silvia, osservare le persone lungo un molo affacciato sull’oceano l’ha portata verso una gratitudine incondizionata. - “Volete che vi scatti una foto?” ha chiesto a due signori che si scattavano un selfie. - “Davvero? Ma che gentile, grazie. Ma stai attenta a non cadere, con i pattini a rotelle!

La voglia di ringraziarli per quel momento così dolce e spensierato, ci confida Silvia, era tutta sua. In fondo basta poco per imparare a voler bene a sé stessi. Ancora meno per voler bene agli altri. Piccoli gesti, attenzione ai dettagli, occhi che guardano oltre. Al di là delle paure, delle insicurezze, per liberarsi da ansie e accogliere la bellezza che ci circonda, anche nei momenti trascorsi in solitudine. Per meravigliarsi di ogni attimo, vicino o lontano da casa. Persino sui pattini.

Lontana da casa è andata anche Benedetta, che ha vissuto un’indimenticabile esperienza missionaria in Brasile. Tra la miriade di ricordi, storie e incontri che porterà nel cuore, una frase resterà sempre impressa nella sua memoria.

Tudo sempre rapido e de boa vontade”, cioè “Tutto fatto veloce e con buona volontà”, il motto della Congregazione delle Suore del Divino Amore che sintetizza un concetto semplice ed essenziale: fare subito e con impegno ogni azione, che si tratti di aiutare un bisognoso o di preparare il pane per il mese successivo. Perché chi è in difficoltà non può aspettare.

Occhi che incontrano sguardi, mani che incontrano gesti di accoglienza, parole che scorrono all’insegna dell’accoglienza. Non è forse anche questa, la comunicazione?

Ossimori per pranzo

Viaggi sorprendenti e incontri inaspettati, per fortuna, capitano anche durante il periodo lavorativo. Come quello in Veneto, poco prima delle ferie, di due nostre Francesche, arrivate in anticipo per un incontro di formazione in ambito sales e marketing strategico, che si sono prese qualche minuto per fare un giro nel centro di Vittorio Veneto. La località è Serravalle, letteralmente il punto in cui la valle si stringe. Rimangono vecchi fasti di un tempo lontano, in cui quella strada vedeva transitare merci e persone dal Cadore e dai paesi di lingua tedesca a Venezia, lungo quella che ancora oggi è chiamata la "strada di Alemagna".

Infine pausa pranzo all’Ostaria La Giraffa, una trattoria all'italiana di una volta, con una titolare gentile e al contempo energica, ben conscia delle sfide di oggi. Pochi fronzoli, cibo buono e una vetrina dalla poetica spinta affacciata sulla strada, che ti fa pensare a quanto sia importante vivere il territorio, e che citiamo testualmente:

“Da Vittorio Veneto ci sono scappato, ci sono tornato e mi ha fatto quasi paura. Voi che ci siete riaprite se possibile l’antica dialettica tra innovazione e tradizione: tradizioni innovative, novità tradizionali. Meglio un ossimoro che un calcio nei coglioni.”

Nel menù sarde in saor, come nella migliore tradizione, e qualche accostamento audace ma azzeccato tra le “nuove proposte”. Perché stare sul mercato è saper innovare rimanendo fedeli a se stessi. Anche a pranzo.

L’arte delle PMI, ovvero la Pietà di Michelangelo Imitata

La Pietà di Michelangelo, oggi, non è più unica al mondo. Una delle sculture più iconiche della storia dell’arte viene replicata a Vecchiano, in provincia di Pisa. Ma cosa distingue questo pezzo dalle innumerevoli copie esistenti? Semplice: l’ha fatta un robot!

Una scoperta fatta prima della pausa estiva durante una visita presso Robologica, un’azienda system integrator specializzata nella realizzazione di robot per la lavorazione di diversi materiali tra cui pietra, marmo, legno, polistirolo, per citarne alcuni. L’azienda pisana vuole espandere al massimo i suoi orizzonti, e per questo si è affidata a MULTI, alla ricerca di partnership, progetti e campi di applicazione innovativi. Ma come nascono queste statue nel concreto? Partendo dal disegno 3D della statua da realizzare e da un software appositamente progettato, ogni opera è possibile tramite questi sorprendenti scultori-robot. Chissà che non vedremo presto una replica de Il pensatore di Rodin o Amore e Psiche di Canova!

Per chi già teme una sostituzione dell’umana creatività chiudiamo con una nota rassicurante: i robot di Robologica sono in grado di riprodurre ogni dettaglio con rapidità, ma hanno ancora bisogno di mani esperte che realizzino la finitura e levigatura, che progettino i software e, soprattutto, che forniscano modelli di statue esistenti. “Michelangelo-bot” non esiste ancora per fortuna!

Quello che resta, in fondo

Trovare un senso al viaggio. Raccogliere i frutti dell’esperienza. Comprendere ciò che ci arricchisce davvero e liberarsi del superfluo. Fermarsi per ripartire. Ascoltare i silenzi o ascoltare gli sconosciuti e scoprire che entrambi raccontano qualcosa di noi stessi.

Questa pausa estiva è cominciata in MULTI dopo un momento di incontro in cui abbiamo parlato di etica. E si conclude con una riflessione su cosa ci ha fatto sentire bene durante le ferie.

Etica. Questa parola che evoca pesantezza, ma che racchiude in sé la semplicità del nostro agire. È la direzione che diamo al modo in cui ci comportiamo. O, per dirla con le parole di Vito Mancuso, “l'etica, ben prima di essere qualcosa che dobbiamo fare, è qualcosa che ci custodisce, è la nostra dimora.” Perciò chiudiamo questo viaggio con due citazioni e un augurio di buona ripartenza!

La prima è della scrittrice Rumer Godden che cita un antico proverbio indiano: “Ognuno di noi è una casa con quattro stanze: una fisica, una mentale, una emotiva e una spirituale. La maggior parte di noi tende a vivere in una stanza gran parte del tempo. Ma finché non andremo in ogni stanza, ogni giorno, anche solo arieggiarla, noi non saremo persone complete”.

In chiusura la dedica che Erica ci ha mandato dal Giappone dove è rimasta affascinata dalla perfetta sintonia tra spiritualità e natura, e la coesistenza pacifica di uno spazio di serenità ai templi in mezzo alla frenesia delle città.

La statua della volpe è il messaggero del dio Inari, che si prega per avere successo negli affari e nel commercio. Ovviamente ho fatto una bella preghiera per tutti i nostri clienti.”

Libera la tua voglia di TUMULTI

Zero spam, 1 sola mail al mese. Canone mensile promo €0,00. Iscriviti subito!

Seguici su